Interscambi Commerciali Italia - Kenya
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Quadro macroeconomico del Kenya
Negli ultimi anni il Kenya ha registrato ritmi di crescita costanti, tra i più stabili a livello globale, che hanno consentito al Paese di entrare a far parte, nel 2015, delle economie a medio reddito e di confermarsi come una dei mercati più solidi e strutturati del continente. Nel periodo 2014-17 il tasso annuo medio di crescita del PIL si è attestato al 5.9%, registrando una flessione nel 2017 (in cui il PIL ha presentato un tasso di crescita del 4,9% contro il 5,9% del 2016), causata dalla prolungata stagione di tensione elettorale, dalla contrazione della produzione agricola, dalla pressione inflazionistica e dalla temporanea riduzione del consumo privato. Tuttavia, la tenuta dell'economia keniana, ha dimostrato come il sistema sia in grado di affrontare shock interni ed esterni, preservando la stabilità macroeconomica grazie a livelli sempre maggiori di strutturazione e diversificazione. Le agenzie internazionali stimano una crescita del PIL del 5,8% nel 2018, con tassi superiori al 6% per il periodo 2019-22. Nonostante la contrazione della produzione agricola causata dalla siccità che ha colpito il Paese nel 2017, la spina dorsale dell'economia keniana rimane il settore agricolo, che contribuisce alla composizione del PIL per il 35%. Tuttavia un ruolo sempre maggiore nel sostenere la crescita lo detiene il settore dei servizi, che negli ultimi anni ha registrato prestazioni migliori rispetto agli altri comparti, anche grazie a programmi governativi volti alla trasformazione del Kenya in un hub ICT. Il settore manifatturiero, il cui sviluppo rappresenta il pilastro strategico dell’agenda governativa in materia di crescita occupazionale e di trasferimento di know-how, rappresenta ancora una percentuale modesta (11% del PIL) della ricchezza per un paese che desidera intraprendere un marcato percorso di industrializzazione. Un grande impulso alla crescita economica del Kenya è stato conferito dagli ingenti investimenti governativi nel settore delle infrastrutture, volti a sfruttare appieno la posizione strategica del paese e a favorire il consolidamento di un adeguato business climate. Particolare importanza riveste il comparto energetico, grazie alla realizzazione di infrastrutture volte allo sfruttamento del grande potenziale nel campo delle fonti rinnovabili, che contribuiscono alla produzione energetica nazionale in misura sempre crescente. Per quanto riguarda le fonti energetiche tradizionali si registra anche l’avvio di attività avanzate di prospezioni e perforazioni su alcuni blocchi concessi da queste autorità a società petrolifere internazionali, sia sulla terraferma che off-shore.
All’interno di un quadro positivo in termini di stabilità macroeconomica e di opportunità di sviluppo l’economia del Kenya non è però esente da alcune criticità strutturali. Si è infatti registrato in questi anni un aumento progressivo del debito pubblico, che ha raggiunto un livello pari al 56,2% del PIL nel 2017. L’aumento progressivo del debito pubblico ha indotto l'Ufficio regionale della Banca Mondiale a consigliare più alti livelli di rigore e di razionalizzazione della spesa pubblica, congiuntamente a un consolidamento delle operazioni di prelievo fiscale. Anche l'elevato livello di corruzione e il permanere delle condizioni di insicurezza nelle Contee al confine con la Somalia e nelle aree metropolitane vanno annoverati tra le criticità che, se non affrontate adeguatamente, rischiano di rallentare lo sviluppo economico del Paese e ostacolare gli investimenti esteri. L'altra sfida strategica che le autorità del Kenya sono chiamate ad affrontare riguarda il raggiungimento di un equilibrato rapporto tra crescita economica ed inclusione sociale.
Il Kenya è un convinto sostenitore del processo di integrazione regionale. La creazione di una vasta area di scambio viene vista come naturale sbocco per la propria industria manifatturiera e come strumento per valorizzare appieno le potenzialità del porto di Mombasa. Sempre in tale ottica si inquadra il ruolo cruciale del Kenya quale “hub” per una rete infrastrutturale finalizzata al transito di merci ed idrocarburi.
I rapporti economici bilaterali
L'Italia rappresenta un partner importante del Kenya dal punto di vista economico-commerciale, come dimostrato dalle relazioni bilaterali caratterizzate da un buon livello di interscambio costantemente in crescita. Nonostante la presenza imprenditoriale italiana sia stata caratterizzata da cicli discontinui e da un progressivo disimpegno a partire dagli anni '90, negli ultimi anni si è registrato un ritorno di interesse da parte di importanti gruppi italiani, che stanno contribuendo attivamente alla realizzazione dell’agenda di sviluppo del Paese. Il rinnovato interesse italiano per l’economia keniana è stato favorito da eventi sinergici del nostro sistema Paese, quali l'iniziativa Italia-Africa del MAECI e le visite reciproche di alto livello. Italia e Kenya si trovano oggi nelle condizioni di poter avviare un nuovo corso nei rapporti bilaterali e definire una rinnovata agenda di collaborazione, in un rapporto paritario che si sostanzia in un comune sentire su molti temi di politica internazionale così come attraverso sempre più stette e proficue relazioni di carattere economico e commerciale.
L'Italia registra un saldo commerciale positivo con il Kenya. Nel 2017 le esportazioni dall'Italia si sono attestate a 182 milioni di euro mentre le importazioni hanno raggiunto il valore di 54 milioni di euro. L'Italia esporta prevalentemente macchinari industriali, prodotti chimici, elettrodomestici e prodotti alimentari ed importa prodotti agricoli, alimentari, tessili e minerari.
Si riscontra un crescente apprezzamento del prodotto italiano, soprattutto nel caso di macchinari, prodotti di consumo, alimentari, arredamento, materiali da costruzione e abbigliamento. Il mercato locale ha una buona percezione del prodotto italiano, che si trova comunque ad affrontare competitors aggressivi quali le imprese turche e cinesi.
Al momento sono presenti in Kenya gli uffici di rappresentanza di importanti aziende che operano nel paese tra i quali ENI, ENEL Green Power, Gruppo CMC, Gruppo ICM, LEONARDO Company, IVECO e TERNA. È presente a Nairobi anche un funzionario del Gruppo SACE e un' “antenna” dell’Ufficio ICE di Addis Abeba. Nel 2014 è stata creata un’Associazione per il Commercio tra Italia e Kenya con lo scopo di promuovere e rafforzare le relazioni commerciali tra gli operatori economici dei due Paesi.
Sulla costa si è andata progressivamente rafforzando la presenza di imprenditori italiani nel settore turistico che, con professionalità e creatività, hanno contribuito a fare del distretto di Malindi/Watamu una delle destinazioni turistiche internazionali più ambite. Negli ultimi anni l’afflusso turistico ha subito una forte flessione, anche gli arrivi dall’Italia sono drasticamente calati. Dalla seconda metà del 2017 si sono però registrati incoraggianti segnali di ripresa.