Incontro a Nairobi con il grande artista italiano
Il Kenya abbraccia la creazione di uno dei più importanti artisti concettuali italiani e la espone fino al prossimo 10 dicembre al Museo Nazionale di Nairobi, ad impreziosire la mostra “A tavola con l’Italia: 100 anni di gusto innovazione” della Biblioteca e Museo della Cucina “Garum”, in collaborazione con l’associazione internazionale menu storici “Menu Associati”.
Una mostra allestita dall’ambasciata d’Italia in Kenya e curata da Alessia Autuori, all’interno della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, voluta dal nuovo ambasciatore Vincenzo Del Monaco, arrivato a Nairobi da poche settimane.
Tommaso Cascella non ha bisogno di presentazioni: abruzzese, nipote d’arte, pittore e scultore, è tra gli artisti figurativi italiani più celebrati non solo a livello nazionale. La sua scultura “Il cielo capovolto”, acclamata alla Biennale di Venezia del 2011, è ancora uno straordinario, immaginifico biglietto da visita.
Lo abbiamo incontrato a margine della produzione della sua opera per il Kenya, che ha deciso di donare all’ambasciata italiana, e resterà esposta in maniera permanente nella residenza dell’ambasciatore.
Abbiamo incontrato Cascella, al suo primo viaggio in Africa subsahariana, a margine della produzione dell’opera, un tavolo in mogano impreziosito e sorretto da lavorazioni in ferro dal titolo “Arco, ponte, bilancia, arcobaleno di pace e lavoro”, che simboleggia la collaborazione e l’armonico incontro tra Italia e Kenya.
Produrre da zero un’opera delle sue in Africa, con materiali, risorse, servizi e collaboratori trovati in loco, che esperienza è stata?
“Attraente e piena di suggestioni. Mi sono trovato benissimo a Nairobi, a partire dall’impatto climatico che per me, amante del caldo ma non soffocante, è stato motivo di grande empatia. Poi c’è stata la permanenza alla scuola professionale di St. Kizito, alle porte della capitale, dove sono stato messo nella condizione migliore, umanamente parlando, per immaginare e creare quest’opera. Il loro laboratorio del legno è straordinario”.
St.Kizito è una delle espressioni della partecipazione della cooperazione italiana alla formazione della manodopera keniana, in pieno spirito del Piano Mattei. Com’è stato l’approccio con i giovani falegnami e fabbri? E come le è sembrata la loro reazione?
“I ragazzi sono sulla buona strada per annullare le distanze con i nostri parametri di specializzazione. Anche perché hanno grande talento. C’è stata da parte loro grande curiosità, voglia di ascoltare e di capire la mia “visione”, ma anche di confrontarsi sulle loro idee e sul loro concetto di “identità”. I mezzi che hanno a disposizione, e con i quali anche io ho avuto a che fare, sono quello che sono, ma la creatività e l’ispirazione che questi luoghi suscitano possono benissimo ovviare. E’ stato anche interessante condividere la visione di Africa e delle sue potenzialità che può avere un artista italiano come me, alla sua prima esperienza qui, con le loro aspettative e la loro voglia di futuro”.
Com’è nata la metafora di un tavolo diviso in due e unito da una struttura in ferro?
“Innanzitutto dal bellissimo legno di mogano keniano e dalla possibilità di lavorarlo a St. Kizito.
Il tavolo diviso in due mostra da una parte l’Italia e dall’altra il Kenya (ci sono anche le iniziali dei due Paesi), separate da un inevitabile taglio, marittimo e continentale, ma unite da un immaginario ponte e da una bilancia. L’opera simboleggia l’unione che nasce dall’equilibrio e dall’armonia, e che si esprime in equità, giustizia sociale (la doppia valenza della bilancia) e pace. Oltre al ferro, il legante tra le due parti del tavolo è costituito dall’ingranaggio del motore di un’automobile. L’idea di sospensione del tutto, ci porta ad una visione ottimistica del futuro del Kenya e delle nostre relazioni con il Paese africano”.
Cascella torna in Italia con un bagaglio positivo di storie e condivisione, in sintonia con i valori e le speranze espresse nella sua opera, che resta qui in sua vece, a testimonianza di una liaison estemporanea che ha tutti i crismi dell’eternità.
La visione dell’opera, così come della mostra, è aperta al pubblico nella sala a pian terreno del Nairobi National Museum, tutti i giorni dalle 9 alle 17 fino a mercoledì 10 dicembre.
Fonte: malindikenya.net
